Itineraio lungo la via sacra dei Longobarde e la via Francigena

Di remota origine, questo percorso (che segue in gran parte il tracciato dell'attuale strada statale 272 verso Monte Sant'Angelo) divenne, con la diffusione del culto micaelico, uno degli itinerari privilegiati dai pellegrini verso la Grotta dell'Arcangelo . Il percorso originariamente era costellato da una miriade di hospitia, romitori, grancie, monasteri, idonei ad ospitare o soccorrere viandanti e pellegrini. Di queste strutture, rimangono, ancora oggi, segni e testimonianze architettoniche. Si parte da S. Severo risalendo la valle di Stignano fino a raggiungere il convento di Santa Maria di Stignano (sec.. XIII), Accanto alla chiesa si può notare un grande convento francescano fondato all'inizio del secolo XVI. Significativi sono il chiostro cinquecentesco ed il pozzale rinascimentale. La chiesa venne rifatta interamente tra la fine del sec. XVI ed i primi decenni del XVII. Lasciamo Stignano seguendo la vallata fino a S. Marco in Lamis, da dove possiamo salire al convento-santuario di S. Matteo, insediamento monastico fondato presumibilmente nel sec. VII dai Benedettini, passato ne! 1311 ai Cistercensi e nel 1578 ai Francescani. Sebbene scarno di testimonianze medievali, il complesso presenta ricchezze architettoniche ed artistiche, dai XVI al XIX secolo.

Ancora oggi è un centro religioso e culturale molto fiorente. Il luogo è anche l'ideale per passeggiata nei silenziosi boschi circostanti. Si può proseguire verso S. Giovanni Rotondo e visitare i luoghi di Padre Pio e poi prima di uscire dal paese, la Rotonda di di San Giovanni . Si tratta di un battistero risalente presumibilmente alI'VIII sec. ampliato e trasformato in chiesetta nel sec. XII. Nei pressi della Rotonda sorge la chiesa di S. Onofri , edificata nel sec. XIII sui resti di una chiesa più antica. Lasciamo a questo punto S. Giovanni Rotondo, sempre seguendo la statale 272. La strada non è molto comoda, ma permette di osservare una bella e ampia vallata con scorci molto suggestivi. Dopo aver superato il bivio per Cagnano, al terminie della discesa, si giunge a Pantano , sede di due insediamenti monastici benedettini del XII secolo di cui si conservano i resti; S. Egidio e San Nicola al Pantano. A questo punto, anticamente, la via Sacra si biforcava; un tratto proseguiva per Ruggiano , toccando l'abbazia di Pulsano fino a Monte S. Angelo ; l'altro, ancora oggi percorribile seguendo la strada statale, si inoltrava lungo il vallone di Carbonara per salire anch'esso sulla montagna dell'Arcangelo.

LA VIA FRANCIGENA

In documenti medievali del XII secolo questa via è chiamata anche Strata peregrinonun e Strafa magna quae pergit ad Sanctum Michaelem . Provenienti dalla via Traiana i pellegrini passavano per Troia , Lucera , Foggia .  Arrivati a San Leonardo si poteva proseguire per Siponto o più a monte per le contrade. Cozzolete e Ciminiera fino a Macchia . Da Macchia numerosi percorsi si inerpicavano per la montagna. Tra questi uno dei più suggestivi è quello che sale lungo la valle " Schanderh Mulelerh , che in lingua gotica significa ''forte e grande a salire", ma che la gente del posto chiama "Scannamugliera".

 

 

 

 

 

 

Testi di Alberto Cavallini  per l'Ufficio Docesano Comunicazioni Sociali di Manfredonia - Vieste.