Gargano: rapporti con la costa slava

Il  rapporto con l'altra sponda dell'Adriatico ( la costa slava ) è stato intenso, complesso, travagliato. Gli scambi di natura economica, culturale, religiosa sono stati continui. In quasi tutti i centri costieri del Gargano si racconta di statue, icone che vengono dall'Oriente. Ma anche questa terra ha trasmesso all'altra riva dell'Adriatico forme di culto, tradizioni, prodotti artigianali e artistici.

Nell'isola slava di Miljet, ad esempio, vi è una chiesa (ora destinata a museo) dedicata a S. Maria di Pulsano, fondata dal Beato Giovanni da Siponto, detto il Buono, e nell'isola di Hvar vi è un'icona identica a quella della Vergine di Pulsano. Del resto è sufficiente pensare alle chiese di S. Nicola di Mira e di S. Grillo d'Alessandria (entrambe a Carpino) e di S. Caterina d'Alessandria e S. Maria di Costantinopoli (Vieste) per rendersi conto di quanto fosse intenso il travaso dall'una all'altra sponda di uomini e culture.

I rapporti economici sono stati altrettanto intensi. I Florio, i Capuano, i Catalano erano tra le famiglie manfredoniane più facoltose che si erano dedicate al commercio con la città slava di Ragusa. Giovanni Florio fu addirittura nominato nel 1439 console di Ragusa a Manfredonia e successivamente per tutta l'Italia meridionale. Sono noti poi gli insediamenti in molte zone del Sud di comunità greche, albanesi, slave, testimoniati da isole linguistiche ancora vive, dai cognomi, dalle tradizioni.

  La Puglia , fin dalla caduta dell'impero romano, fu contesa tra Occidente e Oriente. Il clero latino, protetto dai pontefici romani, e quello di rito greco, protetto da Costantinopoli, convivevano non senza contrasti, provocati da differenze etnìche e culturali. Questa duplice influenza è testimoniata dalla presenza dei Benedettini, che fondarono numerosi monasteri, e dall'opera dei monaci Basiliani, che stimolarono vive esperienze religiose e che lasciarono testimonianza nelle grotte calcaree decorate con affreschi (la cosiddetta civiltà rupestre).

 


 


 

 

 

 

 

 

Testi di Alberto Cavallini  per l'Ufficio Docesano Comunicazioni Sociali di Manfredonia - Vieste.